Sotto un cielo di neon, il rombo dei motori squarcia la notte. Sei un pilota senza nome, un’ombra che sfreccia tra le curve di piste illuminate da luci psichedeliche, inseguendo il sogno di dominare le serie automobilistiche, dal rango di Principiante fino all’olimpo dei Pro. Ogni gara è una danza furiosa sull’asfalto, un equilibrio precario tra velocità e controllo, mentre il tuo bolide, in stile cel-shaded, taglia l’aria come una lama. Questo è il mondo di Super Engine GT Turbo Spec, un titolo che promette di riportare in vita l’ebbrezza delle corse arcade top-down, disponibile su PC e console di vecchia e nuova generazione. Ma il suo motore, pur rombando con entusiasmo, sembra perdere colpi quando si tratta di offrire un’esperienza davvero memorabile.
Un’ode al passato con un piede nel presente
L’ispirazione di Super Engine GT Turbo Spec è chiara: il gioco si rifà ai classici delle corse bidimensionali degli anni ’90, come Micro Machines o Super Sprint, ma cerca di ammantarsi di una veste moderna attraverso una grafica in 3D cel-shaded che dona ai veicoli e alle piste un aspetto vivace, quasi cartoonesco. Le otto ambientazioni, che spaziano da circuiti cittadini a tracciati immersi in paesaggi rurali, sono disegnate con una palette di colori accesa, capace di catturare l’occhio nei primi istanti. La scelta di adottare una visuale dall’alto, leggermente inclinata, evoca un senso di nostalgia, ma il gioco non si limita a un semplice revival: l’interfaccia pulita e i comandi immediati lo rendono accessibile anche a chi non ha mai impugnato un volante virtuale in quegli anni lontani. Tuttavia, questa apparente freschezza visiva non basta a mascherare una struttura ludica che si rivela presto ripetitiva e priva di mordente.
Meccaniche di guida: tra drift e monotonia
Il cuore pulsante di Super Engine GT Turbo Spec risiede nelle sue quattro serie di eventi – Principiante, Junior, Senior e Pro – che rappresentano una progressione lineare di difficoltà. Ogni serie richiede di completare una manciata di gare, posizionandosi almeno al terzo posto per avanzare. Le piste, pur variando esteticamente, presentano layout che si somigliano troppo, riducendo il senso di scoperta. I comandi sono semplici: un tasto per accelerare, uno per frenare e una gestione della sterzata che favorisce derapate spettacolari, ma spesso difficili da controllare con precisione. Questa tendenza al drift, se da un lato aggiunge un pizzico di dinamismo, dall’altro rende le collisioni con gli avversari frustranti, poiché il tuo veicolo sembra sempre subire le conseguenze peggiori. Gli avversari, d’altronde, si muovono con una precisione quasi robotica, seguendo traiettorie prevedibili che tolgono vivacità alle competizioni. La possibilità di sbloccare nuove auto completando gli eventi è un incentivo, ma la delusione arriva quando si scopre che i veicoli, nonostante l’aspetto distinto, non presentano differenze significative in termini di prestazioni o maneggevolezza.
Un garage scarno e un’esperienza monca
Uno degli aspetti più singolari, e al contempo più discutibili, è la gestione del garage. A differenza di molti giochi di corse, non si sceglie il veicolo direttamente prima di una gara, ma si deve accedere a un menu separato dal principale, un passaggio che spezza il ritmo e appare inspiegabilmente macchinoso. La varietà di auto disponibili è limitata, e l’assenza di personalizzazioni o modifiche sostanziali riduce l’attaccamento del giocatore al proprio bolide. Ancora più grave è la carenza di modalità di gioco: Super Engine GT Turbo Spec offre una sola modalità principale, senza opzioni come un time trial o, ancor più sorprendente, un multiplayer locale che avrebbe potuto donare longevità al titolo. Questa mancanza di contenuti si fa sentire dopo poche ore di gioco, quando l’entusiasmo iniziale lascia spazio a una sensazione di incompiutezza. È vero che il prezzo contenuto del gioco mitiga in parte questa lacuna, ma anche per un titolo economico ci si aspetterebbe una maggiore ambizione.
Tecnica e atmosfera: luci e ombre
Dal punto di vista tecnico, Super Engine GT Turbo Spec si comporta in modo adeguato, senza brillare. La fluidità è costante su tutte le piattaforme, con caricamenti rapidi e un frame rate stabile, ma l’audio lascia a desiderare: la colonna sonora, pur funzionale, è dimenticabile, e gli effetti sonori dei motori mancano di quella potenza che potrebbe esaltare l’adrenalina delle corse. La grafica cel-shaded, pur gradevole, non sfrutta appieno il potenziale delle console più recenti, risultando più efficace su schermi piccoli, come quello della Nintendo Switch in modalità portatile. L’atmosfera, nel complesso, fatica a emergere: il gioco non riesce a creare un’identità forte, un mondo che invogli il giocatore a tornare. Rispetto a concorrenti come Circuit Superstars o Mantis Burn Racing, che pur condividendo lo stesso spirito arcade offrono una maggiore varietà e cura nei dettagli, Super Engine GT Turbo Spec appare come un’occasione mancata.
