Attorno alle 5 del mattino del 23 marzo, mentre la maggior parte degli abitanti di Tokyo stava ancora dormendo, Kensuke Nakanishi era già nel quartiere Ikebukuro della capitale giapponese per compiere il suo crimine. Dopo aver raggiunto la cima di un edificio nella zona sviluppata a est della stazione di Ikebukuro, Nakanishi, 28 anni, ha legato l’estremità di una corda alla ringhiera sul bordo del tetto, iniziando la sua discesa.
Saldamente legato alla fune, l’uomo si è calato per cinque metri lungo il muro esterno dell’edificio per posizionarsi di fronte a una finestra del sesto piano. Dopo aver rotto il vetro, Nakanishi si è poi intrufolato nella struttura e ha effettuato il furto pianificato dei beni di valore all’interno. Cosa stava cercando il sedicente emulo di Lupin III? Diamanti? Antichità? Titoli al portatore? Nulla di tutto ciò: lo scopo della sua spettacolare pericolosa arrampicata era quello di mettere le mani su alcune rare carte di Pokémon e Yu-Gi-Oh!.
Nakanishi si è così infiltrato in un negozio di carte da gioco collezionabili, da cui ha rubato circa 80 card dei due franchise blockbuster già citati, per un valore totale di circa un milione di yen (circa 9.600 dollari) e circa 260.000 yen in contanti.
L’acrobatico crimine dell’uomo, che lavora in un’azienda IT, non è rimasto impunito: ricercato dalla Tokyo Metropolitan Police, Nakanishi è arrestato per il furto meno di una settimana dopo, il 29 marzo.
L’inusuale e spettacolare modalità con la quale è stato compiuto il misfatto non sembra essere stata un grosso problema per l’uomo che, interrogato dagli agenti, ha dichiarato di aver fatto parte del club di arrampicata al liceo e, quindi, di “non avere paura di essere così in alto”.
Sebbene un grande mazzo di carte rare possa essere ambito da molti giocatori hardcore, l’interesse di Nakanishi verteva esclusivamente sul loro valore commerciale: il ladro aveva già pianificato di rivenderle per pagare i suoi debiti personali. Alla fine, l’audacia del suo piano potrebbe essere stata la sua rovina, dato che gli investigatori sono stati in grado di identificarlo dai filmati delle telecamere di sicurezza che lo mostravano camminare all’esterno dell’edificio: eventualità che Nakanishi apparentemente non aveva preso in considerazione.
Fonti consultate: Kudasai.