Si sa, i giochi ormai sono ormai in tutti i campi. Dai manga ai fumetti americani, passando per i video, i social e chi più ne ha più ne metta. Nel campo dell’intrattenimento a carattere ludico, uno dei giochi maggiormente diffusi e praticati è senza ombra di dubbio quello del Lotto. Quest’ultimo è divenuto col passare degli anni un simbolo del settore di appartenenza con tanto di tradizioni ad esso legate. Queste tradizioni variano da regione a regione e raccontano storie davvero particolari sul Lotto.
Il gioco del Lotto a Roma
Questa forma di intrattenimento ludico venne introdotta a Roma nel lontano 1685, anche se a quel tempo fu in prima istanza proibita da papa Innocenzo XI. La prima estrazione post proibizioni pontificie avvenne nel 1732 con la Curia Innocenziana (oggi Palazzo Montecitorio) quale sede del Lotto. L’estrazione avveniva mediante degli operatori chiamati all’epoca “pallari”; questi avevano il compito di verificare la regolarità delle palline da estrarre. Poi vi era il “ruffianello”, un giovane ragazzo che doveva appunto tirar fuori dalla teca le palline sorteggiate. A testimonianza di ciò vi è una piazza nella capitale chiamata proprio Largo del Pallaro. Giochi e società romana che quindi hanno mosso i primi passi insieme dando il là allo sviluppo successivo da tutti conosciuto. Certo, magari l’intervallo non era così regolare come il 10 e Lotto, che prevede estrazioni in automatico a intervallo di tempo o perfino estrazioni legate al Lotto setto.
Le tradizioni romane legate al Lotto
Tra queste vi era la scelta dei numeri in base a sogni e apparizioni ectoplasmatiche; in tanti, ad esempio, vociferavano di una presenza fantasmatica di Nerone, protagonista di tante leggende tra cui quella tutta da verificare dove avrebbe bruciato Roma, che si aggirava nella zona di Muro Torto. Ma accanto a queste apparizioni soprannaturali vi è anche tanta realtà in merito alle tradizioni del gioco in questione nella capitale. Nel 1800 alcuni frati, tra cui fra’ Pacifico, donavano ai propri fedeli giunti in confessione i numeri da giocare. Una sorta di via preferenziale per coloro che erano affiliati all’ambiente religioso. I numeri forniti dal frate menzionato diedero vita anche ad un sonetto in rima rimasto impresso negli annali della memoria romana.
Le origini del Lotto
Sebbene fino ad ora abbiamo raccontato del Lotto come gioco sviluppato nel contesto capitolino, è bene evidenziare come in realtà questa forma ludica sia nata altrove. Nella fattispecie in territorio ligure: a Genova. Fu Benedetto Gentile nel XVI secolo a dare vita al Lotto, ovviamente in modalità e sviluppo primitivo rispetto a quello che oggi conosciamo. In quel tempo, infatti, non si estraevano numeri di gioco ma i nomi dei cinque membri dei Serenissimi Collegi tra i 120 a disposizione (ridotti in seconda istanza a 90). Vi era sempre un’urna da cui sorteggiare i nomi, chiamata “seminario”. E da qui che iniziò per tanto la storia del Lotto, per poi affermarsi nel corso delle epoche storiche fino ad arrivare ai giorni nostri come uno dei simboli autentici del gioco.