La sera del 4 aprile 1978, su Raidue, Maria Giovanna Elmi annunciava il debutto di Atlas Ufo Robot, la prima serie animata giapponese apparsa sul nostro piccolo schermo. E fu subito mania: il disco con la canzone della prima sigla vendette oltre un milione di copie
La serie fu prodotta in 74 episodi da Toei Animation e ideata da Go Nagai sulla base del suo omonimo manga, con le musiche di Shunsuke Kikuchi e il character design e le animazioni di Kazuo Komatsubara, sostituito da Shingo Araki stabilmente a partire dal 49º episodio. I 74 episodi complessivi della serie furono trasmessi per la prima volta in Giappone dalla Fuji Television dal 5 ottobre 1975 al 27 febbraio 1977.
Quando Goldrake atterrò sulla televisione italiana, fu davvero come assistere a uno sbarco alieno. Era il 4 aprile 1978. Il monopolio della Rai sulle trasmissioni di portata nazionale era prossimo a frammentarsi sotto i colpi del Biscione di Canale 5, ma in quella sera di primavera il grande pubblico televisivo di ogni età era ancora solito ritrovarsi tutto davanti alla tv per seguire uno dei programmi che mamma Rai proponeva prima di lasciare spazio ai telegiornali.
Sul secondo canale, in particolare, la fascia preserale era presidiata da un contenitore intitolato “Buonasera con…” e i puntini sospensivi indicavano che il protagonista dell’appuntamento era destinato a cambiare più volte nell’arco della stagione. La sera del 4 aprile 1978 coincideva esattamente con uno di quei passaggi di testimone. E quella volta Maria Giovanna Elmi, la signorina buonasera più amata dai bambini, non si limitò a fare il suo annuncio. Partiva “Buonasera con…Superman – Atlas Ufo Robot”. I giovani appassionati erano tutti lì, in attesa dell’arcinoto supereroe allergico alla cryptonite. Ma forse, fu il ragionamento della produzione, andava spiegato loro che una volta finito il cartone di Superman avrebbero fatto meglio a non cambiare canale. Perché lo sconosciuto Atlas Ufo Robot avrebbe schiuso ai loro occhi un mondo nuovo.
Fino alle 18:45 di quella sera di 45 anni fa, il grande pubblico italiano nulla sapeva di cartoni animati giapponesi, parole come “manga” e “anime” sarebbero diventate di uso comune solo decenni dopo. Non che in Rai fosse mancata attenzione al mondo dei fumetti e dei cartoni animati. Al contrario, negli anni Settanta la tv di Stato aveva dato spazio a programmi assolutamente benemeriti come Eroi di cartone, condotto nella prima edizione addirittura da Lucio Dalla, che ne cantava anche la sigla (Fumetto). E che dire di Gulp e il sequel Supergulp, con il Nick Carter di Bonvi a far da cerimoniere e il fido Patsy a chiudere la porta al termine di ogni puntata.
Non erano semplici contenitori, i fumetti e i cartoni venivano presentati e gli autori raccontati. Vi erano passati i grandi del fumetto e dell’animazione italiana come i più illustri esempi della produzione europea e americana. E quando lo shock petrolifero del 1974 aveva portato al blocco nazionale della circolazione delle auto alla domenica, i ragazzi sapevano di poter contare sui lungometraggi di Bruno Bozzetto in tv. Tutto bene, se non che di eroi di cartone giapponesi non si era vista ancora neanche l’ombra.
Con questo background a base di supereroi Marvel, Charlie Brown, bestiario Hanna & Barbera, Pantera Rosa di Friz Freleng, Asterix, Alan Ford e Braccio di Ferro, ognuno, quella sera del 4 aprile 1978, si guardò il suo Superman e poi non cambiò canale, incuriosito dall’invito della “fatina” Elmi a scoprire cosa si celasse dietro Atlas Ufo Robot. Il giorno dopo, soprattutto a scuola, non si parlava di altro. Era bastata la ventina di minuti del primo episodio per sintonizzare la fantasia collettiva sulla guerra di Alcor e Actarus contro gli invasori arrivati dallo spazio agli ordini del malvagio Vega. Quel primo episodio racchiudeva in sè già tutti gli ingredienti che avevano fatto di Ufo Robot un successo internazionale, che la Rai aveva acquistato dalla francese Antenne 2 che ne deteneva i diritti in esclusiva per l’Europa.
C’era Actarus, l’eroe alieno che aveva trovato riparo sulla terra dopo la conquista del suo pianeta da parte dei vegani. Al suo fianco il terrestre Alcor, in realtà protagonista di una serie precedente, Mazinger Z (o Mazinga Z), che fu trasmessa in Italia solo dopo Ufo Robot, facendogli così perdere il suo naturale destino narrativo. Soprattutto c’era lui: Goldrake, l’astronave mutante di Actarus, pronta a trasformarsi in un titano di acciaio. Nascosto accuratamente in un hangar sotterraneo della base guidata dal dottor Procton.
Quando sulla Terra scattava l’allarme, partiva la musica e, ovunque fosse, Actarus correva fino a infilarsi nel tunnel che lo avrebbe proiettato nelle cabina di comando di Goldrake. L’astronave-robot sbucava dal terreno e si fiondava contro l’avversario di turno inviato da Vega, di volta in volta un gigantesco guerriero borchiato o una spaventosa creatura in Godzilla-style. Al termine del duello, il bene trionfava inevitabilmente, ma la minaccia aliena restava lì, parcheggiata sulla Luna, in attesa di sferrare un nuovo attacco nell’episodio successivo. Il tutto raccontato con quegli stilemi dell’animazione giapponese diventati ormai familiari: pulsare di luce nelle pupille, sequenze di combattimento prolungate, sforzi accompagnati da urla disumane, fermo immagine allo zenit del dramma. Tutto realizzato a mano, anche il personal computer all’epoca era il futuro.

Duke Fleed (Actarus in Italia): un eroe molto differente rispetto al più stereotipato Koji Kabuto, beniamino dei bambini giapponesi a metà degli anni Settanta.
La ripetitività della trama e degli effetti non avrebbe scalfito l’audience sul lungo periodo di Goldrake. Tutto era talmente nuovo che il personaggio ideato da Go Nagai e la serie prodotta dalla Toei Animation tennero incollato il pubblico del preserale di Raidue in tre successive ondate, dal 4 aprile al 6 maggio 1978 (24 episodi); dal 12 dicembre 1978 al 12 gennaio 1979 (25 episodi); dall’11 dicembre 1979 al 6 gennaio 1980 (22 episodi). Goldrake ben presto si staccò dal televisore per atterrare anche su cartelle, zaini, astucci dei colori, merendine. Un’autentica mania, testimoniata anche dall’impatto sulle classifiche dei 45 giri tratti dalle sigle in italiano del cartone animato, ricordate come autentici casi discografici: il primo singolo, “Ufo Robot”, superò il milione di copie vendute, il secondo, “Goldrake”, fu venduto in oltre settecentomila copie. Brani griffati dal compianto Luigi Albertelli per i testi, mentre musiche e arrangiamenti portavano le prestigiose firme di Vince Tempera, Ares Tavolazzi e Massimo Luca.
Goldrake aveva aperto nella televisione italiana il varco attraverso cui, in modo capillare, dalla Rai alle reti Mediaset fino all’ultima delle tv private a conduzione familiare, avrebbero dilagato orde di supereroi giapponesi, dallo stesso Mazinga Z a Jeeg Robot, per anni dominatori della programmazione pomeridiana. Eppure, se oggi chiedete ai bambini e alle bambine di allora cosa ricordino di quel cataclisma televisivo, sentirete farsi strada nelle loro menti di adulti un solo pensiero. Il grido di battaglia di Goldrake: “Alabarda spaziale!!!”.
I fan hanno celebrato il 45º anniversario di Goldrake in Italia su Twitter:
Il #4aprile1978, #Goldrake sbarcava in Italia. pic.twitter.com/ZP1ehScjPM
— Salvatore Santangelo (@santangelo_s) April 4, 2020
4 aprile 1978
Annunciato dalla voce di Maria Giovanna Elmi, va in onda in Italia il primo episodio di un cartone animato giapponese destinato a diventare un mito: #Goldrake pic.twitter.com/Mpqsg1xfI3— Iveser Venezia (@IveserVenezia) April 4, 2023
45 anni di #Goldrake in Italia…io c’ero! Resta sempre il mio preferito… Il numero 1 !!!#Goldrake45 #Grendizer pic.twitter.com/sxC43t1NZo
— Andrea Chirico (@achirico71) April 4, 2023
#goldrake
Il 4 aprile del 1978 arrivava su Rai 2 Goldrake, il cartone giapponese che avrebbe cambiato per sempre la cultura pop italiana pic.twitter.com/XLh5oNaiwX— MaurizioMao_Roma (@MaurizioMao4) April 2, 2023
Anniversari – 1978: arriva #Goldrake e inizia l’invasione giapponese della #tvitaliana (con gran fastidio dei moralisti di ogni colore) – https://t.co/bMzNAUEzNF via @storiainrete #manga #cartoon #tvitaliana #cartonianimati #Giappone
— Storia in Rete (@storiainrete) April 4, 2023
#Goldrake#AtlasUfoRobot #maistatoveganoinvitamia pic.twitter.com/A0Br4Xe3x5
— Marco Del Catasto (@DelCatasto) April 4, 2023
Ufo Robot, Ufo Robot
Si trasforma in un razzo missile
Con circuiti di mille valvole
Tra le stelle sprinta e va…#goldrake #gonagai pic.twitter.com/5TVxwNoNzM— Charbo (@_charbo__) April 6, 2023
Sono 45 anni!#Goldrake
E altri nomi… #Grendizer#Grandizer#Goldorak#ForceFiveSolo #GtC #GenerazioneTuboCatodico
Te lo ricorda! pic.twitter.com/X9ulKYjwQe— Michele71 (@GenTuboCatodico) April 4, 2023
RAi 2, 4 Aprile 1978.
UFO ROBOT GOLDRAKE (GRENDIZER)
O4 /04 /1978, PRIMA TV IN ITALIA.
🎂🎂🎂La sera del 4 Aprile, alle 18 e 45 su Rete 2 (Rai 2) atterra in Italia Goldrake, con tanto di disco volante e la TV, non sarà più la stessa. #Goldrake #uforobot pic.twitter.com/yM7HAwpjSp
— T.A.Q.B. (@TAQB) April 4, 2023
#Goldorak par #JeanLaurentMarcia
C'est beau, non?#gonagai #grendizer #manga #mangas #uforobot #robots #bd #comics pic.twitter.com/JYvwDuBQBj— UniversComics Le Mag' (@UniversComics) March 27, 2023
Goldrake è sempre attuale:
Una statua in metallo di Ufo Robo Grendizer, alta 33,7 metri, è stata inaugurata nella capitale dell’Arabia Saudita, Riyadh, lo scorso novembre, calamitando le attenzioni di oltre 300.000 visitatori del Boulevard World, tra cui turisti e rappresentanti dei media di tutto il mondo.
Manga Productions e Dynamic Planning hanno annunciato “Project G”, un nuovo progetto anime di Ufo robo Grendizer che avrà il creatore originale Gō Nagai come produttore esecutivo che “realizzerà qualcosa di incredibile riunendo i migliori membri dello staff in Giappone”. Il progetto includerà tre “Saucer Beast” disegnati dai fan per un contest.
UFO Robot Goldrake: Il banchetto dei lupi, il videogioco ufficiale basato sul popolare manga UFO Robot Goldrake di Go Nagai sarà lanciato per tutte le console e per PC in autunno da Microids.
I fan italiani di UFO Robot Goldrake possono acquistare online su Amazon l’albo a fumetti edito da Kana, intitolato Goldorak, che racconta il seguito delle avventure televisive della serie prodotta da Toei Animation.
La guerra tra le forze di Vega e Goldrake è un lontano ricordo. Actarus e sua sorella sono tornati su Fleed mentre Alcor e Venusia cercano di condurre una vita normale. Ma dai più lontani confini dello spazio arriva il più potente di tutti i mostri: l’Hydragon. Mentre il mostro dell’ultima Divisione della Rovina schiaccia gli eserciti della Terra, le richieste degli ultimi rappresentanti di Vega stordiscono il Pianeta: pena l’annientamento totale, tutti gli abitanti del Giappone hanno sette giorni per lasciare il loro paese e lasciare che gli invasori colonizzino l’Arcipelago. Di fronte a questo ultimatum, c’è solo un’ultima speranza: Goldrake.
Fonti consultate: La Repubblica.