Mi chiamo Azami Fukurai, e la mia vita è un intreccio di ombre e pixel, un continuo oscillare tra il reale e l’inspiegabile. Ogni giorno, sotto lo sguardo enigmatico di Ayumu Meguriya, mi immergo in un mondo dove le leggende metropolitane prendono vita, sussurrate nei vicoli della città o amplificate dai social network. Con un taccuino in mano e la mia percezione extrasensoriale come guida, affronto casi che sfidano la logica: oggetti maledetti, anomalie spazio-temporali, storie che si nutrono delle paure dell’era digitale. È un lavoro che mi consuma e mi affascina, un viaggio in cui ogni indizio è un frammento di verità da dissezionare. Tutto questo accade nel cuore di Urban Myth Dissolution Center, un’avventura che mi ha trascinato in un mistero più grande di me stessa.
Sviluppato da Hakababunko e pubblicato da Shueisha Games, Urban Myth Dissolution Center approda su PlayStation 5, Nintendo Switch e PC tramite Steam, proponendo un’avventura investigativa che intreccia il fascino delle leggende metropolitane con una narrazione avvolta in una splendida estetica pixel art psichedelica. Disponibile dal 12 febbraio 2025, il titolo si presenta come un’esperienza narrativa che esplora i confini tra realtà e mito, immergendo i giocatori in un mondo di anomalie, oggetti maledetti e misteri multidimensionali. Al centro della trama troviamo Azami Fukurai, una giovane investigatrice dotata di abilità psichiche, che si muove sotto la guida di Ayumu Meguriya, sensitivo di spicco e carismatico direttore del Centro, un’organizzazione privata dedita allo studio e alla dissezione delle storie che popolano il folklore digitale. Con una struttura episodica che lega ogni caso a una specifica leggenda metropolitana, il gioco si propone come un viaggio intrigante, sostenuto da una cura estetica e sonora che ne amplifica l’atmosfera inquietante.
Un’indagine tra sociale e soprannaturale
La protagonista Azami Fukurai si trova a esplorare scene di eventi paranormali, unendo un lavoro investigativo sul campo a ricerche condotte nell’universo virtuale dei social network. Qui, il giocatore è chiamato a raccogliere indizi, analizzare post e scavare nel passato dei clienti del Centro per svelare la verità celata dietro ogni mistero. La chiaroveggenza di Ayumu Meguriya si rivela un elemento cruciale, offrendo spunti che guidano Azami verso la fase culminante di ogni episodio: la Dissezione, un momento in cui gli sviluppi narrativi prendono direzioni imprevedibili e spesso spiazzanti. La struttura del gioco, fortemente narrativa, privilegia la costruzione della storia rispetto a un gameplay investigativo complesso. Le scelte del giocatore sono indirizzate lungo un percorso prestabilito, con errori che vengono corretti automaticamente per garantire una progressione fluida. Questo approccio, se da un lato rende l’esperienza accessibile anche ai neofiti, dall’altro potrebbe deludere chi cerca un maggiore controllo o una sfida più marcata, relegando il coinvolgimento attivo a un ruolo secondario rispetto alla potenza della trama.
L’aspetto tecnico del titolo si distingue per un’attenzione particolare alla resa visiva e sonora. La pixel art, vero fiore all’occhiello della produzione, alterna ritratti dettagliati dei personaggi a scenari minimalisti ma evocativi, con una palette cromatica che spazia da toni smorzati a esplosioni di colore nei momenti di maggiore tensione. Questo stile grafico, unito a una colonna sonora di stampo elettronico e ambient, crea un’atmosfera densa di suspense, capace di immergere il giocatore senza bisogno di ricorrere a espedienti horror scontati. La mancanza di doppiaggio, tuttavia, potrebbe rappresentare un limite per chi preferisce un’esperienza più dinamica, lasciando il peso dell’interpretazione alla scrittura, che si dimostra comunque solida e ben bilanciata tra intrighi, dialoghi brillanti e riflessioni sulle paure dell’era digitale.
Tecnologia e narrazione: un equilibrio sottile
Dal punto di vista tecnico, Urban Myth Dissolution Center si avvale di una realizzazione che, pur non spingendo al massimo le capacità delle piattaforme su cui gira, sfrutta al meglio le sue risorse per offrire un’esperienza coerente e stilisticamente raffinata. Su PlayStation 5, il gioco beneficia di tempi di caricamento ridotti e di una fluidità che valorizza l’esplorazione delle ambientazioni, mentre su Nintendo Switch la portabilità aggiunge un ulteriore livello di fascino, rendendolo ideale per sessioni brevi ma intense. La versione PC, disponibile su Steam, permette una personalizzazione grafica che, sebbene limitata, consente di apprezzare al meglio i dettagli della pixel art su schermi di varie risoluzioni. La localizzazione in italiano, curata nei minimi dettagli, è un valore aggiunto che testimonia l’impegno di Shueisha Games nel raggiungere un pubblico globale senza sacrificare la qualità del testo.
La narrazione, punto di forza dell’opera, si sviluppa attraverso casi che esplorano temi attuali come la disinformazione e l’isteria collettiva amplificata dai social media. Ogni episodio si collega a leggende metropolitane reali o inventate, costruendo un mosaico tematico che invita il giocatore a riflettere sul potere delle storie nell’epoca moderna. I personaggi, da Azami al misterioso Ayumu fino alla sonnolenta ma acuta Jasmine, sono tratteggiati con cura, con interazioni che arricchiscono tanto la trama quanto l’atmosfera generale. Tuttavia, il ritmo non sempre mantiene un livello costante: alcuni casi brillano per originalità e coinvolgimento, mentre altri soffrono di una certa prevedibilità o di una diluizione eccessiva degli eventi, penalizzando leggermente l’impatto complessivo.
In definitiva, Urban Myth Dissolution Center si configura come un’esperienza narrativo-estetica di grande impatto, un titolo che brilla per la sua capacità di trasformare il folklore digitale in un’avventura psichedelica e riflessiva. La sua natura guidata e l’assenza di una vera sfida investigativa potrebbero non soddisfare chi cerca un gameplay più articolato, ma per gli amanti delle storie ben scritte e delle atmosfere evocative, il gioco offre un viaggio degno di attenzione. La combinazione di pixel art, musica e scrittura crea un’alchimia che cattura, rendendolo un prodotto consigliato a chi apprezza il mistero con un tocco di introspezione contemporanea. Definirei questo titolo “enigmospettacolare”, un aggettivo che ne racchiude l’essenza: un’esperienza spettacolare avvolta nell’enigma.
