Nel nuovo appuntamento con “Fenomeni Animati”, l’instancabile Luca Simioni, si diverte a raccontarci l’immaginario futuro di Watta Takeo, pilota dell’invicibile robot Trider G7 e protagonista della serie animata prodotta nel 1980 da Sunrise. Di seguito, per quanti non conoscessero a fondo il rampante Watta o non ne ricordassero le origini, ecco un breve ritratto proveniente da Bibliomecha.
Il dodicenne Watta Takeo è uno studente delle scuole elementari con la pesante eredità della Takeo General Company. Alle prese con la vita scolastica e con quella da presidente dell’azienda che un tempo fu di suo padre, il piccolo Watta si ritroverà ai comandi dell’indistruttibile robot Trider G7 per contrastare i Megarobot inviati dal popolo alieno della Stella Gaball. Aiutato dai dipendenti della sua azienda, Watta riuscirà ad adempiere entrambi i ruoli.
Un successo travolgente
L’aver sconfitto lord Zakuron in diretta televisiva procura al giovane pilota del Trider G7 un prodigioso ritorno d’immagine e un tappeto rosso srotolato su una distesa di appalti facili. La faccia vincente e rampante del giovane Watta Takeo viene utilizzata per promuovere auto sportive, compagnie aeree low cost, fondi d’investimento ad alto rischio, corsi universitari online e catene di vendita piramidale (di quelle che promettono di aprire le porte al successo se compri una vacanza e cominci a “stalkerare” il prossimo perché faccia altrettanto).
La Takeo General Company sbarca in borsa e il ragazzo, poco più che maggiorenne, comincia a guadagnare anche mentre dorme. Più ricco dell’intera famiglia Andrew, Watta vola per un decennio di fiore in fiore, di pistillo in pistillo come un’ape particolarmente sbarazzina. Il neo yuppie Intrattiene “cene eleganti” con attrici, atlete e modelle. Tra le altre, si chiude in camere di hotel a cinque stelle anche con Aika (Hello! Spank), Bulma, Tati, Cybernella, Sandy, Mila Hazuki e una buona metà delle Seven Fighters.
Scollinati i trent’anni, Watta trova finalmente una donna di cui gli importi anche da vestita e che in pochi mesi le chieda di sposarlo. A questo punto il rampollo ha proprio tutto: giovane, bello ricchissimo e innamorato. Per l’addio al celibato i suoi amici affittano un intero hangar dell’aeroporto di Nagoya e organizzano un baccanale lungo una settimana.
La caduta dell’impero
Il nostro si risveglia su un divano della vecchia base sotterranea della Takeo, ancora seminudo e del tutto incapace di ricordare cos’avesse fatto negli ultimi tre giorni. Il secchio mezzo pieno e assai maleodorante ai piedi del divano gli fornisce qualche vago indizio. Si alza in preda a un orrendo post sbronza, con sintomi di labirintite e un reflusso gastrico che potrebbe fondere la chiglia di una nave. Cerca l’interruttore della luce del bagno, ma dalla vetta sprofonda nell’abisso. Scivola su una bottiglia di moscato rimasta sul pavimento e per non cadere si aggrappa alla leva sbagliata. Parecchi metri sopra di lui, intere famiglie che passavano un tranquillo pomeriggio al parco giochi precipitano nel vuoto.
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Un team di ottimi avvocati lo fa uscire di galera in pochi mesi. Watta sfugge al linciaggio, ma non alla gogna mediatica: da idolo delle folle diventa un “lapeggione” come tanti. Per strada o al supermercato si sente come un magrebino a un’adunata di Pontida. Il fatturato crolla e il telefono non suona più. Contattato dall’uomo che fuma di X-Files, accetta qualche lavoro sporco per campare. Attualmente Watta e il suo robottone fanno la spola tra Iraq e Afganistan. Donald Trump è convinto di risolvere la questione siriana con l’aquila di Trider G7, sta solo aspettando di assumere la carica…
Contenuti extra
Go Nagai World e Luca Simioni ringraziano i lettori a modo loro: a chiusura dell’appuntamento con l’ennesimo “fenomeno animato” degli anni Ottanta, è disponibile la sigla di apertura italiana de “L’invincibile robot Trider G7” (incisa dai Superobots sotto etichetta RCA nel 1981) e la splendida artwork realizzata dall’amico Enrico Simonato, dedicata al robot di Casa Sunrise.