Sotto un cielo plumbeo, dove le lanterne dei villaggi tremolano come stelle morenti, il Giappone del periodo Edo si svela in un caos ancestrale. La Volpe a Nove Code, sovrana dei demoni, ha spezzato il fragile equilibrio tra umani e yokai, scatenando un’orda di spiriti maligni che divorano la pace come fiamme su carta di riso. In questo scenario, tre eroi – una ninja immortale, un’emissaria oni e un samurai maledetto – impugnano lame forgiate nel mito, pronti a sfidare il destino. Yasha: Legends of the Demon Blade, sviluppato dal talentuoso studio taiwanese 7QUARK e pubblicato da Game Source Entertainment insieme agli stessi sviluppatori, invita i giocatori a immergersi in un action RPG con elementi roguelite, disponibile su console di nuova generazione come PlayStation 5, Nintendo Switch e PC tramite Steam. Con un’estetica anime che cattura lo sguardo e un sistema di combattimento dinamico, il titolo si propone come un’esperienza tanto affascinante quanto ambiziosa, ma non priva di ombre che ne offuscano il potenziale.
Un mondo intriso di folklore e tensione
L’ambientazione di Yasha: Legends of the Demon Blade è un omaggio vibrante al Giappone feudale, con templi avvolti dalla nebbia, foreste di ciliegi in fiore e villaggi che pulsano di vita nonostante l’ombra demoniaca. La direzione artistica, che fonde elementi di tradizione giapponese con un design fantasy, crea un’atmosfera avvolgente, dove ogni scenario sembra un dipinto ukiyo-e animato. La colonna sonora, con melodie che intrecciano toni epici e sfumature mistiche, accompagna il giocatore in un viaggio sensoriale, anche se la ripetitività di alcune tracce può stancare nelle sessioni più lunghe. La narrazione si dipana attraverso tre campagne distinte, ciascuna legata a un protagonista: Shigure, ninja agile e letale; Sara, oni che brandisce due lame con furia devastante; e Taketora, samurai yokai che alterna attacchi ravvicinati a colpi a distanza. Ogni personaggio offre una prospettiva unica sul conflitto, con dialoghi e cutscene in stile anime che, pur non brillando per originalità, riescono a contestualizzare l’azione senza appesantirla.
Un combattimento fluido, ma con poca varietà
Il cuore pulsante di Yasha risiede nel suo sistema di combattimento, un mix di azione frenetica e strategia che premia riflessi e sperimentazione. I tre protagonisti si distinguono per stili di gioco marcatamente diversi: Shigure alterna due katane con proprietà uniche, permettendo combo fluide e contrattacchi precisi; Sara si lancia in un vortice di attacchi rapidi, sfruttando schivate e abilità esplosive; Taketora, invece, bilancia potenza melee e attacchi a distanza, richiedendo un approccio più tattico. Le lame mistiche, potenziabili tramite Orbe dell’Anima raccolte dopo ogni scontro, aggiungono profondità al gameplay, offrendo modificatori come danni critici o effetti elementali. I santuari del Dio Gatto e i venditori ambulanti sparsi nei livelli forniscono ulteriori potenziamenti temporanei, mentre ingredienti raccolti permettono di preparare piatti che conferiscono bonus statistici. Tuttavia, la struttura roguelite del gioco soffre di una sorprendente linearità: gli scenari, le stanze e i boss rimangono invariati tra una run e l’altra, riducendo la varietà e rendendo l’esperienza prevedibile dopo poche ore. Sebbene la rigiocabilità sia garantita dai diversi personaggi e dalle loro armi sbloccabili, la mancanza di randomizzazione negli ambienti limita l’appeal a lungo termine, specialmente per i veterani del genere.
Aspetti tecnici e rigiocabilità
Dal punto di vista tecnico, Yasha: Legends of the Demon Blade si presenta come un prodotto solido, con prestazioni stabili su tutte le piattaforme testate. Su PC, con configurazioni di fascia media, il gioco scorre senza intoppi, mentre su console come Nintendo Switch mantiene una fluidità encomiabile anche nelle situazioni più caotiche, pur con qualche compromesso grafico. La visuale isometrica, combinata a un’interfaccia intuitiva, facilita l’immersione, anche se la localizzazione italiana dei testi appare a tratti approssimativa, con traduzioni che possono spezzare l’atmosfera. La rigiocabilità è uno dei punti di forza del titolo, grazie alle tre campagne e alla possibilità di affrontare livelli di difficoltà crescenti una volta completata la storia principale. Tuttavia, la progressione meta-narrativa, che permette di acquistare potenziamenti permanenti come salute extra o abilità speciali, non è sufficientemente robusta da mascherare la ripetitività degli scenari. Il Festival dei Demoni, un evento opzionale in un regno alternativo dove si incontrano yokai amichevoli e si raccolgono risorse, aggiunge un tocco di leggerezza e varietà, ma non basta a colmare le lacune strutturali.
Un potenziale inespresso
Yasha: Legends of the Demon Blade è un titolo che brilla per momenti di grande ispirazione, ma inciampa in alcune scelte di design che ne frenano l’ascesa. Il combattimento, fluido e soddisfacente, e l’estetica curata sono i suoi maggiori punti di forza, capaci di catturare sia i neofiti che gli appassionati di action RPG. Tuttavia, la mancanza di varietà negli ambienti e la narrativa non particolarmente incisiva impediscono al gioco di competere con capolavori come Hades, a cui si ispira dichiaratamente. La dedizione di 7QUARK nel creare un mondo ricco di folklore e personaggi carismatici è evidente, ma l’esperienza complessiva risulta incompleta, come un dipinto magnifico ma lasciato a metà. Per i giocatori in cerca di un’avventura visivamente accattivante e dal ritmo incalzante, Yasha offre ore di divertimento, ma chi desidera profondità e varietà potrebbe trovarlo limitato.
