Nel vasto panorama dei giochi gestionali, dove i campi rigogliosi e le atmosfere rilassanti delle fattorie digitali rappresentano un rifugio di serenità per molti giocatori, ZombFarm si fa strada portando con sé un’inattesa ondata di caos. Sviluppato originariamente da Nerd Games e ora portato su PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One e Xbox Series X|S da Eastasiasoft, questo titolo propone una fusione curiosa tra la tradizione dei simulatori agricoli e l’imprevedibilità di un’invasione di zombi. Dimenticatevi la tranquilla routine del contadino: qui, mentre nutrite le mucche e raccogliete risorse dalla foresta, dovrete anche affrontare orde di non morti affamati. Un mix insolito che, sulla carta, sembra promettere un’esperienza fresca e frizzante nel mondo dei gestionali bucolici… ma sarà davvero così?
Dal punto di vista estetico, ZombFarm si presenta con una grafica pixel art semplice e colorata, uno stile che evoca immediatamente i ricordi di titoli retrò e che ben si adatta a un setting campestre. Tuttavia, il comparto grafico non sembra spingersi oltre l’essenziale, offrendo un mondo visivo che, pur funzionale, non brilla certo per complessità o originalità. Gli sprite dei personaggi, compresi quelli dei tanto attesi zombi, mancano di dettagli significativi, risultando per lo più varianti cromatiche dello stesso modello utilizzato per il protagonista. Questa scelta riduce di molto il fascino degli antagonisti e non trasmette quella sensazione di minaccia o curiosità che ci si potrebbe aspettare da un’invasione di morti viventi. Anche le animazioni, poco fluide e a tratti piuttosto rigide, contribuiscono a far sembrare il mondo di ZombFarm più piatto di quanto non dovrebbe essere.
Gestione agricola e minigiochi: tra semplicità e ripetitività
Il gameplay, invece, cerca di offrire una varietà che a prima vista potrebbe sembrare intrigante. Le giornate in fattoria sono scandite da numerosi compiti, come nutrire gli animali, pulire i cani e i cavalli, raccogliere risorse o andare a pesca. Ogni attività è arricchita da un minigioco che dovrebbe aggiungere un po’ di dinamismo all’esperienza, ma nella pratica questi minigiochi risultano poco approfonditi e talvolta ripetitivi. Pur rappresentando una pausa dalle operazioni più automatiche del gioco, il loro design approssimativo non riesce a offrire quel livello di sfida o gratificazione che ci si aspetterebbe. Inoltre, la gestione delle risorse è piuttosto lineare e manca di complessità, il che potrebbe deludere coloro che amano i simulatori più intricati. Il giocatore si ritrova così a eseguire una serie di attività meccaniche, senza che queste stimolino realmente la creatività o l’ingegno.
La minaccia zombi: promesse non mantenute
Il vero elemento distintivo di ZombFarm dovrebbe essere la presenza degli zombi, ma anche qui le promesse non sembrano trovare un compimento soddisfacente. Esplorare la foresta alla ricerca di risorse potrebbe essere un’opportunità per introdurre un minimo di suspense o tensione, ma gli zombi, oltre a essere visivamente poco ispirati, non rappresentano una minaccia reale. Colpirli o evitarli non offre una vera soddisfazione: le collisioni risultano poco incisive e il feedback visivo e sonoro non contribuisce a far sentire il giocatore immerso nell’azione. Anzi, spesso si ha la sensazione che gli zombi siano lì più come decorazione che come reale ostacolo al progresso. Questa superficialità nella rappresentazione dei nemici finisce per sminuire quello che potrebbe essere uno degli aspetti più interessanti del gioco, trasformando l’idea degli zombi in una semplice gimmick che non aggiunge valore reale all’esperienza complessiva.
Dal punto di vista tecnico, ZombFarm presenta alcune limitazioni che potrebbero allontanare una fetta di pubblico. Prima fra tutte, la mancanza di localizzazione in altre lingue al di fuori dell’inglese, che potrebbe creare qualche difficoltà a chi non ha familiarità con la lingua. Sebbene il testo non sia particolarmente complesso, in un titolo di gestione agricola, dove le istruzioni e la comprensione dei dialoghi sono cruciali per il successo, la barriera linguistica potrebbe diventare un ostacolo significativo. Anche il prezzo relativamente basso del gioco non riesce a compensare questi difetti, poiché, nonostante il costo ridotto, la sensazione generale è quella di un prodotto che non ha saputo sfruttare appieno il suo potenziale, offrendo un’esperienza che sembra incompleta o, per lo meno, non rifinita come dovrebbe.
Un’inedita fusione tra bucolico e apocalittico
In conclusione, ZombFarm è un titolo che parte da un’idea interessante, quella di unire il gestionale agricolo tradizionale con elementi survival a tema zombi, ma che non riesce a tradurre questa premessa in un gameplay avvincente o memorabile. La grafica essenziale, la ripetitività dei minigiochi e la scarsa caratterizzazione degli zombi lasciano un senso di insoddisfazione, facendo sembrare il gioco più un progetto incompiuto che una produzione completa. Nonostante qualche spunto divertente, come la gestione della fattoria e l’esplorazione della foresta, ZombFarm fatica a trovare un’identità propria e a differenziarsi all’interno di un genere che, per quanto amato, richiede ormai ben più di un semplice cambio di scenografia per emergere.
